Gualazzi e la sua band

Pubblicato il da mietta

Una mia amica, come regalo di Natale, mi ha offerto un biglietto per il concerto di Raphael Gualazzi.
Io non conoscevo questo giovane artista anche se sapevo che era vincitore di Sanremo Giovani 2011.
Non potevo non partecipare dopo aver letto nel biglietto quanto segue:
"Nasce a Urbino l'11 novembre 1981. Dopo aver intrapreso gli studi di pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove è stato avviato all'apprendimento degli autori classici, estende la sua ricerca musicale anche nel campo del jazz, blues e della fusion, collaborando con qualificati artisti del settore e distinguendosi per le sue peculiari qualità vocali e strumentali.
La sua musica nasce dalla fusione della tecnica rag-time dei primi anni del '900 con la liricità del blues, del soul e del jazz nella sua forma più tradizionale. le sonorità tipiche del pre-jazz e dello stride-piano di Scott Joplin, Jelly Roll Morton, Fats Waller, Art Tatum e Mary Lou Wiliiams, e il blues di Ray Charles e Roosevelt Sykes vengono attualizzate da Raphael Gualazzi con uno stile personalissimo dove la tradizione convive con le influenze più innovative di artisti eclettici come Jamiroquai e Ben Harper.
Dal 2005, Raphael Gualazzi partecipa ad importanti festival come il Fano Jazz, il Java Festival di Giakarta e l'Argo Jazz, Ravello International Festival ed altri e nel 2008 esce in Francia la compilation "Piano Jazz" che include il brano "Georgia on my mind" interpretato da Raphael Gualazzi oltre a composizioni di altri grandissimi artisti.
Giunto all'attenzione del grande pubblico grazie alla cover di "Don't stop", il celebre successo degli anni '70 della storica band Fleetwood Mac, scelta come colonna sonora dello spot televisivo di Eni, nell'estate 2010 Raphael Gualazzi si esibisce a Pistoia, poi a Milano presentando il suo primo omonimo ep digitale contenente 4 brani con cui giunge alla vetta della classifica di iTunes...."

Al primo impatto ho avuto buona impressione dell'artista che muove le dita delle mani sulla tastiera del pianoforte con svelta agilità e sicurezza rielaborando musiche del passato in chiave moderna.
Al Teatro Diego Fabbri la sua esibizione è stata trionfale conquistando lunghi applausi anche per la sua band, ma a me non ha entusiasmato.
Non mi cattura questa musica che non mi entra nel sangue...non mi dà la voglia di ballare né mi emoziona per il frastuono degli strumenti musicali che si sovrappongono alla voce particolare del cantante...una voce a volte melodiosa che si contrappone immediatamente ad un tono più stridente per dare quel tocco blues a questo genere musicale.

Raphael Gualazzi ha presentato i brani di questo album in inglese
con un' impronta jazz misti ad altri di genere diverso.
Io non capisco l'inglese quindi non mi hanno coinvolto questi brani, ma mi è piaciuta di più la canzone cha apre l'ascolto del CD Follia d'amore, il brano sanremese, di un jazz più delicato.
Capivo le parole di Calda estate, brano a metà del suo CD, ma la voce era sovrapposta dal suono troppo alto degli strumenti musicali .
Sarò sarai è una canzone dai ritmi sussurrati e pacati accompagnati però da una musica con volumi esagerati.
Io poi mi sono annoiata ad ascolatre il resto dell'album tutto in inglese...
Più bello è stato l'ultimo pezzo strumentale Caravan... perché allegro e pieno di ritmo, quindi è stato piacevole ascoltarlo.
Alla mia amica è piaciuta soprattutto la canzone Reality and fantasy, quella che dà il nome all'album!


TrackList
01. Follia D'amore
02. Icarus
03. Tuesday
04. Reality and fantasy
05. Scandalize me
06. Behind the sunrise
07. A three second breath
08. Calda Estate(dove sei)
09. Out of my mind
10. Sarò sarai
11. Loves goes down slow
12. Lady O
13. Empty Home
14. Caravan
15. Don't stop
"Zuccherino Dolce", "Carola", "New Orleans", "A Three Second Breath - original version" e "Don't Stop" sono 5 brani in cui modernità e tradizione si intrecciano.

Non poteva mancare il brano dedicato alla capitale del jazz, New Orleans, a cui l'artista dedica il brano omonimo: è il sogno di un viaggio a New Orleans, la città che ha ispirato i musicisti di tutto il mondo.

Alla fine ho acquistato questo disco da regalare a mio figlio che ama il jazz.
Innanzi tutto non mi è piaciuto l'impatto: gli strumenti elettronici erano collegati ad un volume troppo alto che frastornava nel teatro Diego Fabbri.

Il jazz è un genere musicale che non mi trascina emotivamente come la musica classica...e le melodie alternate ai suoni rumorosi non mi hanno colpito.
Asoltando la voce di Gualazzi dal vivo e sentendolo suonare al pianoforte i brani di questo suo album, non ho provato nulla di trascendentale ma riconosco che è un artista preparato ed originale.
Il mio giudizio è però soggettivo, poiché ho letto che Raphael Gualazzi è famoso anche America e in Francia ...per la sua musica originale e... in Italia è considerato un grande talento

Conclusione: Gualazzi propone qualcosa di nuovo nel campo musicale

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